Agricoltura sociale | Cos’è, qual è la legge, qual è il suo futuro
“Dotare l’Italia nell’anno di Expo di una legge sull’agricoltura sociale non è solo una buona notizia, è una grande opportunità e il riconoscimento del lavoro che migliaia di esperienze portano avanti ogni giorno sui territori“. A pronunciare questa frase è stato il Ministro Maurizio Martina, nel 2015, anno appunto di Expo.
Tutta l’Italia già si proiettava verso l’orizzonte dell’agricoltura sociale, con il piglio del “fare” oltre che del “progettare”. Si tratta di uno strumento di riabilitazione ed inclusione, e dunque non soltanto di una opportunità economica. Un provvedimento, quello attraverso il quale è stata approvata la legge sull’agricoltura sociale, con cui è stato rimessa al centro la tutela della persona e della sua dignità, creando una sinergia virtuosa tra obiettivi economici e responsabilità sociale. Allo stesso tempo si sono rafforzate le opportunità di crescita della multifunzionalità delle aziende agricole, contribuendo allo sviluppo sostenibile dei nostri territori.
Nell’ambito dell’agricoltura sociale rientrano una serie di attività che prevedono: l‘inserimento socio-lavorativo di lavoratori con disabilità e lavoratori svantaggiati, persone svantaggiate e minori in età lavorativa inseriti in progetti di riabilitazione sociale; prestazioni e attività sociali e di servizio per le comunità locali attraverso l’uso di risorse materiali e immateriali dell’agricoltura; prestazioni e servizi terapeutici anche attraverso l’ausilio di animali e la coltivazione delle piante; iniziative di educazione ambientale e alimentare, salvaguardia della biodiversità animale, anche attraverso l’organizzazione di fattorie sociali e didattiche.
Le Regioni, nell’ambito dei Piani di Sviluppo Rurale, possono promuovere specifici programmi per la multifunzionalità delle imprese agricole, con particolare riguardo alle pratiche di progettazione integrata territoriale e allo sviluppo dell’agricoltura sociale. A loro volta le istituzioni pubbliche che gestiscono mense scolastiche e ospedaliere possono inserire come criteri di priorità per l’assegnazione delle gare di fornitura la provenienza dei prodotti agroalimentari da operatori di agricoltura sociale. I Comuni prevedono poi specifiche misure di valorizzazione dei prodotti provenienti dall’agricoltura sociale nel commercio su aree pubbliche. Gli enti pubblici territoriali prevedono criteri di priorità per favorire lo sviluppo delle attività di agricoltura sociale nell’ambito delle procedure di alienazione e locazione dei terreni pubblici agricoli. Ancora gli enti pubblici territoriali possono dare in concessione, a titolo gratuito, anche agli operatori dell’agricoltura sociale i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata;
Da quella legge tanto è stato fatto. E si va avanti in questi mesi, grazie all’istituzione dell’Osservatorio sull’agricoltura sociale, nominato con decreto del Mipaaf. Un organo chiamato a definire le linee guida in materia di agricoltura sociale. Esso assume funzioni di monitoraggio, iniziativa finalizzata al coordinamento delle iniziative a fini di coordinamento con le politiche rurali e comunicazione.